Primi al concorso “L’alimentazione nel periodo fascista e nella guerra a Pistoia”

L’ITTS Fedi-Fermi, con le classi 5CTA e 5IA, si è aggiudicato il primo premio pari al valore di mille euro nel concorso su “L’alimentazione nel periodo fascista e nella guerra a Pistoia”, indetto dall’Istituto storico della Resistenza e dalla Coop di Pistoia. Secondo posto per l’Istituto Pacini. La premiazione è avvenuta venerdì 22 aprile presso l’Auditorium di Pistoia con gli interventi di Dora Donarella, Presidente della Sezione Soci Coop, di Roberto Barontini e di Pier Luigi Guastini, rispettivamente Presidente e membro dell’Ufficio di Presidenza dell’Istituto storico.

Gli studenti delle due classi, coordinati dalla prof.ssa Di Sario e dal prof. Vaccaro, hanno redatto una ricerca con più metodologie. “Si è percorsa innanzitutto la ricerca tradizionale sui testi, aiutati in questo dalla nostra bibliotecaria Marzia; si è poi, per così dire, aggiornata con la ricerca su internet e, infine, abbiamo anche sperimentato l’intervista con i testimoni diretti, in questo caso i nostri nonni”, dice Andrea Nigro della 5CTA: “Abbiamo conosciuto cosa fosse il pane nero, preparato con farina di lenticchie e il caffè d’orzo, nato proprio in quell’epoca, e il meno gradito caffè di cicoria, la salacca, i necci e il castagnaccio. Abbiamo imparato cosa fosse la tessera annonaria di razionamento, anche detta la “tessera della fame”, la “borsa nera” e certi slogan tipo “chi mangia troppo ruba alla Patria”. Abbiamo saputo della buffa norma di dover tradurre i nomi dei piatti stranieri in italiano in modo che lo champagne diventasse sciampagna, la brioche si trasformasse in brioscia e le croquettes diventassero polpette” affermano i compagni di classe Carlo Scalzo e Cristiano Volpi.

I ragazzi della 5IA si sono invece maggiormente concentrati sulle interviste. Simone Giacomelli ha riportato la testimonianza della nonna Lina abitante a Montale, della sua accoglienza degli sfollati che, all’occorrenza, si nascondevano dentro le botti; di quando i tedeschi le portarono via tutte le patate che aveva raccolto e nascosto inutilmente sotto le erbe; di quando, senza soldi per comprarsi i vestiti, sua madre le aggiustò una gonnellina con la stoffa della bandiera italiana, una delle poche cose di cui la famiglia non aveva subito la razzia.

“E’ stata una buona occasione – conclude Luca Akka – per capire che la storia non è solo fatta da eventi e personaggi lontani, ma dal vissuto concreto di tutti noi”.

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